Il Narciso, Ansbach, Kretschmann, [1697]

 ATTO QUINTO
 
 Torna la fonte col bosco.
 
 SCENA PRIMA
 
 LESBINO
 
 LESBINO
 
    A’ miei pianti, a’ miei lamenti
 pur rispondono le selve;
890piangon pure i sassi e l’onde;
 
    chi è cagion de’ miei tormenti
 sol non piange e non risponde.
 
 Eco, ninfa adorata,
 perché ti diè natura
895fra le beozie ninfe il più bel volto,
 fra le beozie ninfe il cuor più fiero?
 Quasi voglia che sia
 pari a la tua beltà la tua fierezza
 e a la fierezza tua la pena mia.
900Eco, ninfa spietata,
 de la neve e del marmo
 più candida e più fredda,
 com’esser può che tu non senta ardore,
 se tanto in me ne accendi?
905Certo il sen ti circonda
 tutta la Scizia e tutto il caspio verno;
 o pur ne’ tuoi begli occhi e nel mio cuore,
 tutto il suo fuoco ha consumato amore.
 
 SCENA II
 
 NARCISO e LESBINO
 
 NARCISO
 
    Lascia il pino il sordo scoglio
910per timor di naufragar.
 
    Sol io, pien del mio cordoglio,
 torno ancora a quella fonte
 ch’è cagion del mio penar.
 
 LESBINO
 Dove, o gentil Narciso?
 NARCISO
915A la fonte, o Lesbino, anzi a la morte. (Torna a sedersi alla fonte)
 LESBINO
 Qual mai dolor l’opprime?
 NARCISO
 Aimè! Che volto è quel? Dove son giti
 de le purpuree gote,
 de le labbra vermiglie i bei colori?
920Chi v’ha tolto, o pupille,
 quel dolce raggio? Ov’è ’l sereno e ’l brio
 de la fronte e del ciglio?
 Ah, che più non ravviso,
 in Narciso, Narciso.
 LESBINO
925Ei sé stesso vagheggia e duolsi e piange.
 NARCISO
 
    Tornate a serenarvi,
 bellissime pupille,
 o morirò.
 
    Lasciate vagheggiarvi,
930più liete e più tranquille,
 sin che a pianger seguite,
 io piangerò.
 
 LESBINO
 Come gli sviene in su le labbra il vezzo!
 E gli si oscura in su la fronte il ciglio!
 NARCISO
935Ma così vil son io? Dove è l’antica
 fermezza? E qual divenni? (Sorge dalla fonte)
 Spiriti generosi, in seno ancora
 rintuzzatemi il cuor. Fuggiam... Ma dove?
 Fugge il cervo ferito e seco porta
940la piaga sua. Come potrò d’amore
 fuggir, se l’ho nel cuore?
 Ah mio cuore infedel, poiché risolto
 sei tu d’amare, ama chi devi almeno.
 Eco ha beltade, Eco ti adora ed Eco
945sia pur la fiamma tua; ne sarò pago.
 Deh bellissima ninfa,
 dolcissima compagna, Eco, perdona.
 Vorrei né posso amarti. Ah se non posso,
 ne incolpa il volto mio, non il mio cuore.
950Ho duol di non poterlo. Egli ti basta.
 Ma già scritta mi veggo
 la mia morte nel volto e in sen ne sento
 tutto l’orror e ’l mio destin mi chiama.
 Si compisca una volta
955la morte mia. Già vengo.
 Tu, tu, fonte che fosti
 la cagion perch’io mora,
 servi di tomba a la mia morte ancora. (Si getta nel fonte)
 LESBINO
 Aimè! Ferma Narciso. Oh troppo lento
960Lesbin, sugl’occhi tuoi muor l’infelice,
 da l’acque ingordi oppresso. Acque spietate,
 più di quelle di Stige e d’Acheronte
 voi... Ma qual nuova sorge
 delizia agli occhi ed ornamento al prato,
965certo Narciso s’è cangiato in fiore?
 Tu, che spunti dal suol, fiore adorato,
 ne le tue foglie il suo dolor sta scritto
 con un orror che piace,
 con un pallor che è vago.
 
 SCENA III
 
 ECO e LESBINO
 
 ECO
 
970   Dov’è Narciso?
 Dov’è ’l mio amante?
 Ditel pietose,
 aure vezzose,
 fiorite piante.
 
 LESBINO
975Con qual coraggio, o ninfa,
 dirti potrò: «Narciso è morto»?
 ECO
                                                            È morto?
 Morto dunque è Narciso? E ’l cielo iniquo
 perire in quel bel viso
 lasciò de la sua man l’opra più vaga?
980Ma dove son l’ossa adorate? E dove
 quel bellissimo volto? A me sol tocca
 l’ultimo onor del rogo.
 LESBINO
                                           Eccolo, o bella,
 cangiato in fior da la pietà de’ numi
 e da le sponde istesse, ond’ei già cadde,
985poiché in fior ei rinaque,
 torna sé stesso a vagheggiar ne l’acque.
 ECO
 O fior, che in te ritieni
 de l’antica beltà l’orme primiere,
 così mai non ti offenda
990turbine irato o incauto piè ti atterri,
 ne’ miei baci ricevi
 gli ultimi miei respiri. Aimè, perch’io
 tutta voce non sono
 per dire i pregi tuoi, l’affanno mio?
 
995   Or che morto è Narciso, (Si va cangiando in voce ritirandosi fra gli albori)
 in vita sì penosa, in tanto duolo,
 che più dimoro?... Moro.
 
    Sciogliersi miro
 le membra languide,
1000mancarmi sento
 il mio respiro... Spiro;
 e veggio solo
 l’aspetto orribile
 del mio martoro.
 
 SCENA IV
 
 LESBINO
 
 LESBINO
1005Qual denso vel, qual fosca nube, o ninfa,
 ti toglie agli occhi miei?
 Mio bel sole, ove sei?
 
    Sole amato, e dove sei? (Entra nel bosco in atto di cercar Eco)
 Dove ascondi il bel sembiante?
 
1010   Qual di queste ombrose piante,
 qual ti tolse agli occhi miei?
 
 SCENA V
 
 Tempio di Venere.
 
 CIDIPPE, URANIO, coro di pastori e di ninfe
 
 CORO
 
    De’ nostri amanti,
 gran dea di Gnido,
 rendi felici i cuor.
 
1015   Con lieti canti,
 del tuo gran nume,
 del tuo Cupido
 diremo i sacri onor.
 
 URANIO
 E pur ti stringo, o vita. A pena il credo,
1020tanta è la gioia mia.
 CIDIPPE
                                       Parmi che il padre
 troppo sia lento.
 URANIO
                                 Ah temo
 tanta felicità che non mi fugga.
 CIDIPPE
 Sposo, di che più temi?
 Questo sen, questo volto e qual io sono,
1025tutta son tua, tua sarò sempre, o caro.
 URANIO
 O dolcissimi accenti! O gioia! O cuore,
 troppo angusto a capirla!
 CIDIPPE
 Solo in quella ch’io sento
 l’aver sì tardi amato
1030tanto amor, tanta fede, è ’l mio tormento.
 CORO
 
    De’ nostri amanti,
 gran dea di Gnido,
 rendi felici i cuor.
 
    Con lieti canti,
1035del tuo gran nume,
 del tuo Cupido
 diremo i sacri onor.
 
 SCENA VI
 
 TIRRENO e li sudetti
 
 TIRRENO
 O frali beni! O troppo
 fugitive allegrezze! O morte acerba!
 CIDIPPE
1040Padre.
 URANIO
                Che mai sarà?
 CIDIPPE
                                             Qual male arrechi?
 TIRRENO
 Son morti, aimè! Son morti
 l’onor di questi colli, Eco e Narciso.
 Il misero Lesbino
 ne fu presente e a me piangendo il disse.
1045Su, i giulivi apparati, i risi, i canti
 si cangino per doglia (Si apre il prospetto e si vede un cielo. Comparisce Narciso ed Eco)
 in funeste gramaglie, in nenie, in pianti.
 Ma qual nuovo portento!
 Ecco dal cielo aperto in bianca nube,
1050più del sol luminosa,
 scender a noi Narciso ed Eco, oh quanto
 e più lieti e più belli!
 
 SCENA ULTIMA
 
 NARCISO ed ECO in machina e li sudetti
 
 NARCISO
 Ripigliate, o pastori,
 la primiera allegrezza e non vi turbi
1055l’esser privi di noi,
 sciolti dal mortal velo.
 ECO
 
    Godete pur, che noi godiamo ancora,
 voi lieti in terra e noi felici in cielo.
 
 CIDIPPE e URANIO
 
    Godiamo pur, se voi godete ancora,
1060noi lieti in terra e voi felici in cielo.
 
 TUTTI
 
    Godiamo pur, se voi godete ancora,
 voi                             noi
         lieti in terra e            felici in cielo.
 noi                              voi
 
 ECO
 
    Mio bel sol.
 
 NARCISO
 
                           Mia bella speme.
 
 CIDIPPE
 
 Cara vita.
 
 URANIO
 
                     Amato bene.
 
 ECO e NARCISO
 
1065Pur ti stringo.
 
 CIDIPPE e URANIO
 
                             E pur t’abbraccio.
 
 ECO e NARCISO
 
    Stringi...
 
 CIDIPPE e URANIO
 
                       Abbracia...
 
 A QUATTRO
 
                                         puoi.
                                 Quanto
                                         vuoi.
 
 ECO e NARCISO
 
 Dolce è ’l nodo.
 
 CIDIPPE e URANIO
 
                               E dolce il laccio.
 
 ECO
 
    Dopo lunghi tormenti
 così in amor si giunge ai godimenti.
 
 CORO
 
1070   Dopo lunghi tormenti
 così in amor si giunge ai godimenti.
 
 TUTTI
 
    Di chi si stringe al petto
 il caro ben
 non prova alcun tra noi
1075gioia maggior.
 
    Godete, amanti eroi,
 del vostro amor,
 che al vostro almo diletto
 gode ogni cuor.
 
 Fine del drama
 
 Segue la danza d’amore.
 Amore con le tre grazie e tre aure, quali ognuna di loro dovrà danzando avere in mano un narciso.